SEMINA DEL GRANO: l’importanza della preparazione del terreno

Lavorazioni preliminari

Con le ultime trebbiature della stagione e il sopraggiungere del freddo, è tempo di impostare la semina del grano.

Una buona semina è il fondamentale punto di partenza per un buon raccolto, ma per farla in modo ottimale, il terreno deve essere preparato nella miglior maniera possibile, compatibilmente con l’andamento climatico. Nelle ultime annate infatti il meteo non è stato particolarmente collaborativo e abbiamo dovuto far ricorso a soluzioni alternative. Quando le condizioni lo permettono, la conduzione ideale prevede diverse fasi: alcune fondamentali, altre opzionali ma particolarmente utili. Vediamo nel dettaglio come potrebbe essere una routine di lavorazione ideale.

Le operazioni preparatorie spesso dipendono dal tipo di coltura precedentemente presente. Alcune, come sorgo o mais richiedono una efficace trinciatura, al fine di sminuzzare i gambi residui della trebbiatura: questi andranno poi interrati nella successiva lavorazione e forniranno nutrimento come sostanza organica. In altre situazioni si può pensare di intervenire con un buon diserbo, soprattutto quando non si è riusciti ad entrare in campo subito dopo la trebbiatura e infestanti o rinascite hanno preso il sopravvento.

Contro le infestanti si può pensare di intervenire anche in maniera meccanica: un attrezzo poco invasivo ma molto efficace può essere il frangizzolle, o erpice a dischi: un attrezzo di solito impiegato per le lavorazioni complementari. È costituito da un telaio robusto con una o più serie di pesanti dischi inclinati che, ruotando, frantumano e interrano i residui delle colture appena trebbiate assieme alle eventuali infestanti. Il frangizzolle interviene in modo superficiale e senza invertire gli strati del terreno.

Preparazione del terreno prima della semina del grano

Appena le condizioni climatiche lo permettono, dopo le trebbiature settembrine e prima delle semine autunnali, si può pensare di intervenire con il ripuntatore, un altro attrezzo il cui impego è molto importante. È conosciuto anche come ripper o scarificatore ed è composto da un telaio a cui sono fissate una o più ancore appuntite, che penetrano in profondità nel terreno intaccandone la compattezza senza rivoltarne gli strati superficiali. Infatti la sua funzione principale è rompere la “suola di lavorazione”, uno strato di terra indurito che si forma a causa del frequente passaggio di macchinari pesanti. 

Questa lavorazione ha molteplici vantaggi, fra i quali ricordiamo un miglior drenaggio, una maggiore areazione e ossigenazione del suolo e una agevolata mobilità delle radici.

L’uso del ripuntatore è consigliato sicuramente nei terreni dove precedentemente c’era il grano, e almeno ad anni alterni nelle altre colture.

Se ripuntatore, frangizzolle o attrezzi simili sono consigliati ma opzionali, le lavorazioni con l’aratro o con il combinato sono fondamentali per la preparazione del letto di semina e in generale per la lavorazione dei terreni.

Aratura e Combinato

L’aratro è probabilmente l’attrezzo agricolo più noto, che accompagna gli agricoltori da millenni: con i suoi vomeri affiancati, rompe, solleva e rovescia le zolle di terra. Se in origine l’aratro era dotato di un solo vomere, ora se ne trovano persino da 10: il loro numero dipende dal tipo di terreno e dal trattore cui vanno attaccati. Possono essere su una fila o reversibili.

La profondità di lavorazione può essere impostata fra i 25 e i 45 cm, a seconda delle esigenze o necessità. L’efficacia della sua azione è data in primis dalla rottura delle croste superficiali e delle zolle sottostanti che, una volta rivoltate, permettono al suolo di arieggiarsi e ossigenarsi. Allo stesso tempo i residui vegetali infestanti o delle culture precedenti vengono estirpati ed interrati, mentre le sostanze organiche e gli eventuali concimi vengono incorporati e rimescolati. Come gli altri attrezzi l’intervento dell’aratro favorisce il buon drenaggio del terreno e rompe i ristagni d’acqua. Una buona aratura mette nelle condizioni di preparare un letto di semina per il grano uniforme e ottimale.

Il cosiddetto combinato lavora nell’ottica di un’agricoltura conservativa, destinato quindi all’impiego su terreno sodo secondo le tecniche della minima lavorazione. Come dice il suo nome, è un attrezzo che combina l’azione di differenti elementi lavoranti; questi componenti sono disposti in sequenza e consentono in un’unica passata di ottenere l’effetto desiderato. Altra caratteristica di questo attrezzo è che i componenti possono essere variabili. La formazione classica consiste da una prima fila di dischi regolabili in inclinazione e profondità (che può variare da 5 a 15 cm). A seguire, ci sono due file di ancore curve che dissodano il terreno ad una profondità che può variare da 20 a 40 cm senza invertire gli strati.

A completamento dell’attrezzo è previsto un ulteriore sezione composta da altri dischi ondulati o da rulli. La riduzione dei tempi di lavoro e l’eseguire più operazioni in un unico passaggio permettono di intervenire con maggiore tempestività. In questi periodi di incertezza climatica non è un fattore da sottovalutare, e di ridurre i costi di lavorazione. 

Erpice rotante

L’erpice rotante è quell’attrezzo agricolo utilizzato per la preparazione finale del terreno prima della semina del grano. Agisce sminuzzando, spianando e livellando il suolo, creando un letto di semina uniforme, fine e ben aerato. 

l’erpice rotante è dotato di una serie di rotori con diversi coltelli che girano su un asse verticale, muovendosi in senso orario e antiorario. Questo movimento spezzetta le zolle più grandi lasciate dalle lavorazioni precedenti, come l’aratura, e rimescola la terra. La profondità di lavorazione è regolabile e si attesta in genere tra i 10 e i 25 cm.

Un rullo posizionato dopo i coltelli compatta e spiana ulteriormente la superficie: questa appendice posteriore può essere a gabbia, a spuntoni o packer, ognuno con un effetto specifico di compattamento e finitura.

Arriviamo infine alla fase finale: la semina del grano. Un buon tecnico sarà in grado di consigliare la varietà adatta di semente da impiegare, in base alle richieste dell’agricoltore, alle caratteristiche del territorio e all’andamento del mercato. Saprà anche consigliare se intervenire con una concimazione pre-semina o una posteriore.

La Semina del grano

Ci sono diversi tipi di seminatrice: la scelta dipende da molti fattori, come ad esempio dal tipo di terreno e dalla tecnica di lavorazione.

Seminatrici meccaniche: sono ideali per i terreni ben preparati e lavorati in modo convenzionale, ad esempio con aratro e rotante. Con questo tipo di attrezzo il seme viene distribuito per gravità o tramite ingranaggi meccanici.

Seminatrici pneumatiche: utilizzano un flusso d’aria per trasportare il seme dal cassone centrale ai singoli elementi di semina. Vengono impiegate per avere massima precisione e per la gestione di grandi larghezze di lavoro.

Seminatrici per semina su sodo: sono impiegate da chi pratica la semina su terreno non lavorato, riducendo l’erosione del suolo e i passaggi in campo. Sono dotate di dischi speciali che fendono il terreno e permettono di depositare il seme direttamente nel suolo non precedentemente arato.

Seminatrici combinate: sono macchinari di ultima generazione che, come dice il nome, combinano due o più attrezzature. Il modello più basico prevede un erpice rotante montato davanti agli elementi seminatori, in modo da preparare il terreno nello steso passaggio della semina. Questa lavorazione associata riduce esponenzialmente tempi e costi di produzione.

A questo primo fondamentale passo ne seguiranno altri, che andranno dalle concimazioni ai trattamenti contro infestanti, funghi e parassiti, fino alla trebbiatura col giungere dell’estate. La Cooperativa Bonifica Lamone vi a assisterà in tutti i passaggi, mettendo a disposizione personale tecnico preparato, un magazzino ben fornito e un nutrito parco macchine.

Nel frattempo confidiamo nel clima e attendiamo, facendo prendere al grano una bella invernata.

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